I disturbi gastroenterici nel runner, come prevenirli:
I disturbi gastroenterici (nausea, vomito, diarrea, ecc..) negli atleti sono particolarmente frequenti. Nella letteratura scientifica recente sono molti il lavori che associano all’esercizio particolarmente intenso, la prevalenza di questi disturbi gastroenterici. La manifestazione di questi problemi, porta l’atleta a ridurre necessariamente l’intensità dell’esercizio o, nei casi più gravi, ad abbandonare la competizione.
Tra i principali disturbi troviamo il reflusso gastroesofageo, bruciori di stomaco, nausea, vomito, dolori addominali, diarrea. Questi sono i più comuni disturbi riportati dagli atleti delle discipline di endurance. Sicuramente i Runners sono gli atleti che maggiormente soffrono di questi disturbi, tra le cause trova implicazione il movimento del corpo nella corsa, ad ogni passo si hanno infatti oscillazioni verticali del tronco con gli organi a livello addominale destinati a subire scuotimenti continui. Statisticamente le donne ne soffrono più frequentemente degli uomini. Anche il grado di allenamento è importante: il rischio è maggiore in chi è meno allenato e chi aumenta l’intensità e la durata degli allenamenti troppo velocemente. I disturbi gastroenterici sono infine più frequenti nelle gare che negli allenamenti, questo fatto è probabilmente legato all’influenza su tale disturbi dello stress psicofisico. Uno dei fattori più importanti che porta a questo tipo patologie è sicuramente l’alimentazione scorretta, l’assunzione prima dell’attività di cibi ricchi di grassi, proteine e fibre aumenta il rischio di disturbi.
Quindi è importante prestare attenzione alla dieta precedente la gara, ma anche ai cibi o alle bevande assunte durante l’allenamento o la competizione. Tra le principali cause della “diarrea del corridore” vi sono le soluzioni idrosaline troppo ricche di zuccheri ed in particolar modo di fruttosio , questo ha un assorbimento intestinale piuttosto lento, nell’intestino tenue richiama acqua e conseguente stimolo meccanico alla diarrea.
Il pasto prima della gara:
il pasto che precede la gara dovrebbe essere tale da apportare la giusta quantità di carboidrati ma limitando il consumo di cibi ad elevato apporto di fibra (legumi, pasta e pane integrali, frutta, verdure, ecc) che renderebbero più lunga la digestione. Soprattutto nei soggetti particolarmente sensibili a tali disturbi, bisognerebbe evitare il latte o alimenti ad elevato contenuto di lattosio (formaggi non stagionati) nelle ore precedenti alla competizione. Anche il caffè andrebbe limitato e soprattutto il caffe-latte alimento la cui digestione può essere particolarmente difficoltosa ed essendo il caffe, un alimento “Nervino” può provocare spasmi prolungati a livello intestinale. Altro fattore importante è la quantità di grassi assunti nelle ore precedenti alla gara. Cibi grassi, elaborati e soprattutto i fritti mettono l’atleta a rischio di disturbi. Infine da non dimenticare che l’ultimo pasto prima della gara dovrebbe essere assunto almeno a 3 ore di distanza dall’inizio della competizione. Tale periodo andrebbe aumentato se si ha una digestione particolarmente lenta. Durante la gara: un grado elevato di disidratazione oltre ad essere causa di riduzione della performance, diminuisce la messa a fuoco e l’equilibrio, provoca un aumento della percezione di fatica, rallenta lo svuotamento gastrico ed aumenta il rischi di disturbi gastroenterici. L’osmolarità delle bevande assunte è molto importante.
Infatti bevande IPER-toniche diminuiscono il tasso di svuotamento gastrico. Anche la temperatura delle bevande è un fattore di rischio, bevande troppo CALDE rallentano lo svuotamento gastrico, quelle troppo FREDDE lo accelerano. Quindi la bevanda ottimale dovrebbe essere una bevanda IPO-isotonica, con un contenuto di carboidrati tra il 4-6% (comunque non superiore al 10%) e dovrebbe avere una temperatura di circa 15 -18 ° C. La presenza in questa bevanda di Maltodestrine e del sodio è molto importante al fine di favorire il rilascio lento di zuccheri e l’assorbimento intestinale dei liquidi . La quantità di liquidi da assumere dovrebbe variare tra i 150 – 200 ml ogni 15 minuti circa. L’allenamento quindi non è solo utile per indurre un aumento della prestazione nelle gare ma diventa anche importante per testare le bevande e/o i cibi (es. barrette ecc) che si pensa di assumere in gara. Ogni atleta è un soggetto a se ed anche lo stomaco/intestino vanno allenati ad accogliere cibi e bevande durante lo sforzo. Inoltre va tenuto conto delle condizioni ambientali, se la temperatura esterna è bassa e si pensa di avere una ridotta sudorazione, lo stimolo della sete si riduce e la bevanda può essere più concentrata rispetto alla concentrazione ottimale solitamente indicata intorno al 5%. Quando si parla di integrazione nello sport poi, è raro sentire citare i probiotici. Questi sono batteri ad azione favorevole per la salute umana e sono particolarmente importanti per l’atleta. In primo luogo la loro integrazione aiuta a mantenere la corretta composizione della flora batterica intestinale e quindi a ridurre il rischio di disturbi gastroenterici. Tra gli altri effetti positivi vanno ricordati il miglioramento delle funzioni di digestione ed assorbimento dei nutrienti e l’importante effetto immunostimolante. Infatti, recenti dati di letteratura, indicano un minor numero di infezione alle vie respiratorie negli atleti di endurance sottoposti ad integrazione con probiotici. C’è da aggiungere che l’assunzione dei probiotici deve essere ciclica e valutata soggetto per soggetto in modo da avere il miglior effetto ed adattarsi al ritmo di gare e allenamenti dell’atleta in questione.
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