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Mille giorni, mille traguardi

Che sia il migliore o il peggiore dei tempi, è il solo tempo che abbiamo.
(Art Buchwald)

Risulta normale dopo un po’ che si corre voler valorizzare i propri tempi e capire i propri limiti e capacità. Non avevo mai corso in vita mia, non ho mai fatto alcuna attività sportiva quindi la prima volte che feci 40 minuti consecutivi mi sembrò di aver fatto qualcosa di straordinario.
running womanRicordo esattamente quel giorno era il 17 settembre 2014 un mercoledì, il cielo era limpido con i tramonti settembrini e la temperatura era ancora calda, erano le 18.30 che partivo da casa, non avevo ancora l’orologio GPS avevo un normale cronometro della timex per altro comodissimo che conta i passi un po’ come gli fa comodo a lui. Nelle cuffie avevo l’ultimo album di Regina Spektor un buon motivo per correre semplicemente quello. Ero sola verso un percorso che mi sembrava interminabile ma guardavo tutto quello che c’era intorno a me per non pensare di non farcela.
È assurdo come ancora oggi ricordo perfettamente l’affanno, il calore e le sensazioni di quegli attimi. Posso immaginarmi ancora il battito di quella sera. Stranamente non ricordo come sentivo le mie gambe, posso immaginare esattamente il respiro o il battito ma non quale diavolo di dolori sentivo alle gambe, chissà perché oggi dopo ogni corsa ricordo solo i dolori delle gambe.
Ricordo i pensieri di quella sera e le frasi che mi ripetevo nella testa, frasi motivazionali che uso ancora oggi, tipo : Chiara non devi assolutamente camminare, rallenta, recupera tra una canzone e l’altra ma non camminare, tu oggi non molli. E quando sono sola e penso che se ci fosse qualcuno non mi verrebbe la voglia di fermarmi mi dico: Chiara tu non hai bisogno di nessuno, non devi dimostrare niente a nessuno ma non puoi deludere te stessa.

Arrivata nei pressi di casa ho stoppato l’orologio che segnava 40 minuti so che in quell’istante ho provato una sensazione di appagamento generale, ho scattato subito una foto all’orologio e ho cercato di recuperare il respiro più che potevo.

Chissà come mai di tutto il resto dell’anno ricordo poche corse così perfettamente come questa e quella un’anno giusto dopo, stesso percorso.

chiara

Io, Chiara

Un’anno dopo con un gps, ormai preparata su minuti, tempi, secondi, chilometri, stesso percorso ho scoperto che erano 5 km e ho scoperto che dopo un anno li ho fatti in 27 minuti quasi la metà di un anno prima. Quanto ero felice quella sera. Un anno di sacrifici, allenamenti, impegni, anche quando non si aveva voglia, entusiasmo, dolori, delusioni, vittorie, tutto  per quell’impagabile gioia di un anno dopo.
Non è vero che non contano i tempi, che non contano i chilometri e che conta solo correre, non è vero io ve lo dico conta tutto, conta l’emozione del momento indelebile nella nostra testa, contano tantissimo i risultati anche ottenuti a fatica e conta il tempo, il tempo che stiamo vivendo.

Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo.
(Stephen Hawking)

 

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