Periostite tibiale, questa fastidiosa patologia da runner
Runners buongiorno.
Affronteremo oggi per il ciclo, nemici dei runners, una patologia non così frequente ma di difficile ESTIRPAZIONE e francamente più che fastidiosa per gli amici che corrono. Più che fastidiosa perché al di là del dolore in se, la patologia prevede sicuramente periodi di riposo lunghi oltre alla dovute terapie per la sua risoluzione. Inoltre, se non affrontata adeguatamente e CONTROLLATA, può ricomparire (recidivante), un po’ come la classica pubalgia: vi sentite bene, tutto a posto, fate la prima partitella a calcio o corsa … ZAC!!! Eccola che si ripresenta perché era lì nascosta nell’ombra, latente pronta a fermare o rallentare la vostra performance.
Che cosa è la periostite o sindrome da stress mediale tibiale.
La periostite è una infiammazione a carico del periostio, una membrana che ricopre tutte le ossa che ha una funzione di nutrimento , protezione e rigenerazione ossea.
Attraverso questa membrana i muscoli si inseriscono sull’osso mediante tendini e strutture aponeurotiche.
Esistono due DIFFERENZIAZIONI di tipologie di periostite : ACUTA E CRONICA, ANTERIORE E/O POSTERIORE.
Periostite acuta: in questo caso il quadro clinico è abbastanza severo e doloroso ma la risoluzione è considerata in un tempo più rapido o almeno contenuto.
Periostite cronica: in questo caso sono più moderata e blanda ma è molto più difficile riuscire ad estirparla.
Periostite anteriore: problema sul margine anteriore esterno della tibia con sollecitazione del tibiale anteriore.
Periostite posteriore: problema sul margine posteriore interno della tibia dovuta a sollecitazione maggiore del muscolo soleo e del tibiale posteriore.
Nei casi più complicati e TRASCURATI si arriva alla bilateralità della patologia nel caso vengano interessate tutte e due le gambe.
I soggetti a rischio sono persone che fanno attività sportiva nella quale è richiesta la corsa come corsa associata anche ad altri sport sia di contatto e traumatismo ripetuto (calcio) o come corsa associata a traumatismo e sovraccarico ripetuto come i balzi ( basket e volley).
Con riferimento agli sport di contatto come il calcio, è possibile che i continui ripetuti traumi da contrasto possano portare gli osteoblasti (cellule deputate allo sviluppo osseo) ad una iperattività. Questo comporta una caratterizzazione della patologia con placca ossea a margini ben differenziati o una sopraelevazione irregolare della superficie ossea facilmente riconoscibile e palpabile appena nel sottocute.
Cause di periostite nei runners
Occupandoci prevalentemente dei runners le cause di periostite più comuni sono :
Sovrappeso
Corsa in discesa
Marcata dismetria che provoca squilibri nel carico
Abbinamento dell’attività di corsa con altri sport (calcio, basket, rugby, volley)
Scarpe non idonee (vedi articoli precedenti su appoggio plantare) o incapaci di assorbire adeguatamente gli shock
Piede cavo o pronato.
Grave piede piatto con conseguente postura scorretta
Sono maggiormente predisposti a questo tipo di patologia gli atleti con piede cavo-pronato o gravi condizioni di piattismo del piede, come conseguenza di allenamenti pesanti (sia come intensità che come qualità, per frequenza e sforzo).
Sintomi
Un controllo da parte di un professionista può certamente rilevare subito la presenza della periostite tibiale.
Ad ogni modo anche se sconsiglio sempre una auto-diagnosi, i sintomi sono : forte dolore nella zona mediale della tibia ovvero circa 10 cm sopra la caviglia con una estensione variabile a seconda della gravità.
Il soggetto presenta dolore alla palpazione effettuando una moderata pressione sull’osso ma anche stirando i muscoli interessati flettendo o estendendo al massimo grado la caviglia e le dita del piede.
Il dolore sparisce, se la patologia è agli inizi, di solito dopo pochi minuti di allenamento (a caldo) ma costringe a fermarsi perché si ripresenta più acuto nei minuti successivi. Nei casi più gravi è presente anche a riposo.
Una radiografia può evidenziare nei casi conclamati la reale situazione dell’osso.
Cura
Come sempre se facciamo le cose fatte per bene, esistono terapie molto efficaci.
Ma voglio che sia chiaro subito un concetto: E’ inutile che risolviate i sintomi della patologia (dolore) senza risolvere da subito le cause sopracitate. Diffidate da coloro che tentano di risolvervi il problema senza una valutazione della causa effettiva del perché vi è venuto. Questi vogliono guadagnarci sulle vostre ricadute.
Va curato sia il sintomo che la causa.
Sedute ti TECARTERAPIA, ULTRASUONI E LASER sono senza dubbio caldamente consigliate come il buon vecchio ghiaccio (crioterapia locale); allo stesso livello di importanza và valutato il tipo di allenamento (se consono al soggetto e alla sua preparazione), và valutato l’appoggio, la scarpa, il peso, la condizione posturale.
Oltre alla fisioterapia di qualità, si procede talvolta a secondo della SEMPRE necessaria indicazione medica, con terapie farmacologiche (mio rilassanti e antiinfiammatori locali e sistemici) oppure con terapia infiltrativa di cortisonici o meglio ancora con ossigeno-ozono che hanno proprietà antiinfiammatorie senza le controindicazioni dei cortisonici.
Ancora una considerazione a vostro uso e consumo.
Come prima dicevo cercate di non effettuare autodiagnosi in questa patologia (come in altre), perché ne esistono talune con caratteristiche e sintomi molto simili:
La sindrome del compartimento anteriore causata, per esempio nei maratoneti o nei pattinatori o negli sciatori, da un aumento della pressione da contatto al di sotto della fascia che rallenta il flusso sanguigno favorendo stress e mancata ossigenazione ai tessuti della zona.
Sindrome del muscolo tibiale anteriore che se trascurata certo può essere poi causa di periostite. Il muscolo può andare in sofferenza a causa di microtraumi dovuti ad allenamenti in maratona o su terreni collinari, oppure andare in ipertrofia negli allenamenti in montagna (vertical) perché si mantiene il piede in estensione dorsale per un periodo maggiore, quindi il tibiale anteriore va in ipertrofia.
Fratture da stress (diagnosticate con rx o risonanza nei casi più subdoli).
Nella speranza di non avervi annoiato il vostro professionista di fiducia Nicola Vermi in arte DR. Fisiorun vi augura buon allenamento e alla prossima.
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