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PIEDE E APPOGGIO

nicola vermi

Nicola Vermi, il Dottor FisioRun

Buongiorno a tutti i runner : runner in startup, amatori e professionisti, inizia oggi la rubrica “I consigli del Dottor FisioRun”, con questa rubrica vorrei fornire elementi ed informazioni che possono essere utili a tutti, in maniera semplice, chiara e senza soffermarmi in noiosi tecnicismi. Conoscenza e prevenzione sono alla base per eliminare disturbi e patologie che altrimenti trascurati, porterebbero a conseguenze di lieve entità ma anche molto serie, tali da compromettere un allenamento , una gara ma anche (e importantissimo per molti) il normale sfogo ed attività personale della vita quotidiana che è alla base dello smaltimento dello stress psicofisico.

Oggi vorrei concentrarmi sull’aspetto principale che più interessa i runner di tutte le categorie. Da esso dipendono maggiormente i più svariati problemi dei corridori : PIEDE E APPOGGIO.

Prima qualche piccolo cenno nozionistico. Senza annoiare troppo entriamo subito nel vivo.

Esistono tre tipi di appoggio del piede: pronato , supinato e normale.

PIEDE E APPOGGIO

Che significa? Che nel caso di un piede pronato avremo un carico più interno durante la corsa, con conseguente sovraccarico delle strutture quali arcata plantare e legamenti collaterali delle ginocchia, con tensioni in particolare sulla parte esterna del ginocchio e accentuazione di piede piatto. Nel caso invece di un piede supinato nella fase di carico avremo eccessivo appoggio nella parte esterna con possibili conseguenze quali sindrome della bandeletta ileotibiale (dolore interno anteriore al ginocchio), infiammazione del tendine d’Achille, fascite plantare e tallonite.

PIEDE E APPOGGIO

NON DOVETE MINIMAMENTE SOTTOVALUTARE QUESTO ASPETTO, DA ESSO DIPENDERA’ LA VOSTRA ATTIVITA’ PERFORMANTE, SENZA IL VERIFICARSI DI SPIACEVOLI PATOLOGIE SECONDARIE.

Quindi cosa fare? 

Consiglio caloroso per i neofiti che vogliono accostarsi alla corsa e ovviamente per chi macina centinaia di km.

  1. Controllate come consumate la suola delle le scarpe e come è l’impronta del vostro piede a terra (piede piatto , cavo, neutro etc) magari fatevi consigliare da un professionista.
  2. Scegliete un paio di scarpe adatte al vostro tipo di piede, tipo di corsa, frequenza di allenamento e ovviamente tipo di appoggio
  3. Le scarpe devono essere comode e fascianti, con supporto mirato alla vostra specifica condizione: anche il minimo fastidio non va trascurato perché indurrà un cambiamento posturale anche non conscio con conseguenti compensi non fisiologici.
  4. L’AMMORTIZZAMENTO soprattutto per chi corre su terreni duri è fondamentale per prevenire altre svariate problematiche a carico di caviglie, ginocchia, schiena e zona lombare.
  5. Per i più precisi esiste la possibilità di effettuare una visita denominata BAROPODOMETRICA da un professionista di fiducia che darà l’esatta mappatura delle zone di appoggio dinamiche e statiche del vostro piede e della vostro gesto atletico, fornendovi dei plantari da inserire nelle scarpe “ neutre” che avete comprato.
  6. Attenzione al cambio delle scarpe con nuovi modelli: una volta trovato il giusto equilibrio e benessere con una scarpa (considerando il grado di usura ovviamente che non deve superare mai comunque un certo limite funzionale) state attenti a cambiare modello e marca; più di un paziente si è ritrovato nel giro di due sole uscite in allenamento con scarpe di marca o modello differente ad avere tallonite e fascite plantare, risolte con le dovute terapie e con l’acquisto delle “vecchie” scarpe pronanti o supinanti.

Nel caso non voleste sottoporvi alla visita , inizialmente, fatevi consigliare da un esperto in tema di calzature che osservi attentamente la vostra condizione e non sia li solo per vendere il paio più costoso (che sempre più spesso non si traduce in alcun beneficio). Se la vostra attività vi porterà a superare i vostri limiti sempre con maggior impegno e interesse allora la consiglio vivamente.

Riassumiamo:

Riprenderemo sicuramente in futuro queste argomentazioni entrando più nello specifico anche delle patologie.

RUNNER RICORDATEVI: le migliori diagnosi e precoci potete farle solo voi: se avvertite un fastidio ricorrente, un dolore da qualche tempo anche “trascurabile”, una sensazione di disagio in qualche zona del corpo dopo allenamenti anche non particolarmente affaticanti, NON ASPETTATE CHE PASSI, NON TRASCURATELI, da piccoli fastidi possono originare patologie che rischiano di farvi fermare per periodi anche lunghi e tempi di recupero dilatati anche sotto terapia fisioterapica.

Il vostro “FISIORUN” di fiducia Nicola Vermi.

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