RUNNER, diamo spazio alle rotule!
Affrontiamo oggi un problema che può essere fastidioso e ricorrente ma che spesso, se non è in fase conclamata, può essere prevenuto o risolto, per quanto riguarda il dolore alle ginocchia.
Parliamo di iperpressione rotulea.
La patologia più classica e diffusa viene definita iperpressione rotulea esterna ma io vorrei affrontare l’argomento in generale. In casi meno frequenti è presente anche l’iperpressione rotulea interna o patologia di rotula “alta”. Tutte queste situazioni possono essere risolvibili con la fisioterapia tranne nei casi gravissimi dove, anche se oggi molto meno che in passato, si ricorre alla chirurgia. Facciamoci aiutare dal contributo delle immagini radiografiche.
Le immagini ci aiutano a capire quale sia la normalità e quali la patologia. Sono gli estremi, nel mezzo ci sono diversi gradi, che possono far sorgere disturbi momentanei anche in persone sane ma che hanno caricato troppo l’allenamento.
L’immagine qui a lato è una visione radiografica laterale del ginocchio con qualche riferimento anatomico.
In questa immagine abbiamo una visione proveniente da TC assiale che dimostra la normalità di una rotula ben posizionata (a sinistra) e di una deviata, che esercita quindi una iperpressione rotulea (a destra). Come dicevo prima tra gli estremi ci sono diversi gradi di deviazione.
Alcune volte è sufficiente un allenamento, per esempio in discesa, per far sì che l’escursione articolare del ginocchio, limitata dal terreno ripido, causi la compressione della rotula sul condilo femorale in un arco di superficie ristretto, creando una infiammazione. Soprattutto in discesa dicevo perché la tensione del movimento (eccentrico) aumenta la tensione e la fatica del quadricipite schiacciando ancora di più la rotula.
Questo può provocare a seconda della predisposizione o meno del soggetto uno spostamento interno, esterno della rotula. In tutti i casi si ha dolore.
In questa immagine è intuitivo capire l’intensità della forza di compressione della rotula sul femore e le direzioni di carico a seconda della flessione di ginocchio.
Tralasciamo il trattamento fisioterapico puro per i casi più gravi. Esistono degli accorgimenti e degli esercizi per limitare l’insorgere di queste problematiche. Il rinforzo esclusivo del vasto mediale del quadricipite ha l’effetto di riportare medialmente la rotula e quindi rimetterla in sede, associato , se vogliamo, anche all’allungamento del tensore della fascia lata e del retinacolo laterale della patella.
Gli esercizi sono i classici e reperibili ovunque, li conoscono anche i bambini ormai: tavoletta propriocettiva sotto il piede a ginocchio flesso , squat e affondi, NON SUPERIORI AI 15 GRADI DI FLESSIONE poichè il vasto mediale lavora negli ultimi 15/20 di estensione, isometrica a ginocchio esteso ed elettrostimolazione di rinforzo.
Vorrei comunque portare alla vostra attenzione un caso che mi è stato sottoposto pochi giorni fa.
Il caso di “S”
S, maschio, sui 40 anni , ottima forma fisica, nessun sovraccarico ponderale, eccellente rapporto peso potenza, in allenamento pieno per vertical.
Mi chiama e mi chiede una consulenza. Sintomatologia dolorosa da una settimana dopo allenamento in montagna e 4 volte la settimana di squat, dolore al ginocchio mediale non costante, intermittente, ma ripetuto negli ultimi tempi.
Valutata anamnesi e condizioni di allenamento gli ho consigliato di dare spazio alla rotula. Ancora una volta un buon vecchio stretching ci giunge in aiuto.
Dopo allenamenti ripetuti su pendii abbastanza ripidi il quadricipite era in pieno carico e accorciamento, con tono muscolare elevato a causa degli squat affiancati all’allenamento in montagna. Nel suo caso non è presente deviazione della rotula ma la pressione della stessa sul condilo femorale, era accentuata dal tono del quadricipite. È stato sufficiente fare stretching del muscolo più volte al giorno per ripristinare il corretto allungamento del muscolo e scaricare la pressione sul ginocchio. Rimane un po’ di fastidio notturno, questo perché secondo me la cartilagine ha subito una leggera infiammazione, ma il fatto che i sintomi regrediscano vuol dire che il problema è proprio in fase iniziale.
SE AVESSE TRASCURATO I SINTOMI INVECE si sarebbe potuta conclamare una situazione infiammatoria grave, con conseguente stop degli allenamenti e relative terapie.
Esistono tutori che cercano di contenere la rotula e dare stabilità, o che cercano di riposizionarla, ma l’effetto compressivo a lungo andare può essere controproducente. Senza contare che il tutore porta ad una “sicurezza” che fa sì che il soggetto non recluti i muscoli correttamente, perdendo di fatto tono muscolare dove serve e guadagnandone dove invece è inutile, portando al limite ad uno squilibrio muscolare.
E’ sempre consigliabile “ragionare e dialogare” col proprio corpo e capire di cosa ha bisogno, piuttosto che imporre forzatamente dall’esterno rimedi veloci e meccanici.
Scrivi un commento