UOMINI E DONNE: DISPARITA’ NELLO SPORT?
Lo sport è un diritto per tutti. Uomini e donne dovrebbero praticarlo nella stessa misura, senza distinzione alcuna.
Eppure se ci guardiamo alle spalle e facciamo una lezione di storia, appare subito evidente la forte disparità nell’ambito sportivo.
Se tornassimo indietro nel tempo scopriremmo ad esempio che nell’antica Grecia l’attività sportiva era riservata agli uomini. Le Olimpiadi, celebrate dal 776 a.C. al 393 d.C. prevedevano dunque una partecipazione riservata al sesso maschile, spesso di rango aristocratico. Le varie discipline sportive venivano praticate a corpo nudo e senza l’uso di calzari.
Gli atleti si recavano ad Olimpia per prendere parte a questo importante evento, mentre le donne non potevano partecipare e nemmeno assistere come semplici spettatrici.
Si narra di una madre, troppo fiera ed orgogliosa del figlio, che pur di vederlo partecipare si finse un allenatore. Si dovette travestire da uomo ma purtroppo venne scoperta e dal quel giorno oltre agli atleti venne imposto anche agli allenatori di presentarsi nudi, proprio per essere sicuri del sesso della persona.
Per poter assistere alla partecipazione delle donne ad una Olimpiade bisogna arrivare al 1900 a Parigi, quando le atlete vi presero parte in gare di vela, tennis su prato, golf e croquet, anche se in modo non ufficiale. Degna di menzione la prima campionessa olimpica di questa edizione, ovvero Charlotte Reinagle Cooper, che vinse a Parigi il torneo individuale di tennis a cui aggiunse la vittoria del doppio misto.
36 donne parteciparono invece nel 1908 a Londra, (sempre in modo non ufficiale) in gare di pattinaggio, tennis, tiro con l’arco e vela. Da questa edizione gli atleti vennero finalmente premiati con medaglie, introdotte proprio in questa occasione.
A Stoccolma, nel 1912 le donne furono ammesse anche nelle competizioni di nuoto.
Finalmente (e siamo giunti al 1920 ad Anversa) le donne partecipano alla prima Olimpiade in forma ufficiale.
Ad Amsterdam le porte si aprono anche per la partecipazione alle gare di atletica e ginnastica (siamo nel 1928).
La partecipazione delle donne alle Olimpiadi è diventata dunque sempre più numerosa negli anni e nell’anno 2012 a Londra è arrivata quasi al pareggio con ben il 45% di atleti del “gentil sesso”.
In questa occasione è stato introdotto anche il pugilato femminile. Questa ultima edizione delle Olimpiadi resterà nella storia per la presenza di almeno un’atleta donna in ogni delegazione. Anche nazioni musulmane (come ad esempio Brunei, Arabia Saudita, Qatar) hanno consentito alle loro atlete di parteciparvi, ovviamente rispettando determinate regole, soprattutto riguardanti l’abbigliamento.
E ora non resta che aspettare la XXXI edizione delle Olimpiadi a Rio de Janeiro!
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